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Una questione di… carattere. Si dice il font o la font?

Il font o la font
  • Si dice Il font o la font? Facciamo luce su questo dubbio amletico.
  • Il font o la font: solo uno dei due, secondo l’Accademia della Crusca, è destinato a sopravvivere nel tempo. E si tratta di…
  • Una collisione tra lingua francese e inglese: da dove deriva il termine “font”?
  • Sapevi che tutti i font sono raggruppati in solo due categorie? Scopriamo insieme i serif e sans serif.
  • Parola d’ordine: leggibilità. L’importanza di scegliere il font giusto per una comunicazione efficace.

Il font o la font? Questo è il dilemma

È un dubbio amletico che invade da anni le discussioni dei grafici italiani e non solo: si dice il font o la font? A dissipare, una volta per tutte, questa ambiguità è intervenuta l’Accademia della Crusca. Linguisti e filologi affermano che entrambi i termini sono accettati, ma con delle differenze:

  • il font è usato per il lessico informatico
  • la font si utilizza per indicare i caratteri tipografici.

La sintesi dell’Accademia non prevede, quindi, una risposta definitiva all’interrogativo iniziale. Tuttavia, partendo da un approccio storico, per gli studiosi fiorentini uno dei due generi prevaricherà sull’altro. Come possiamo vedere da Google Ngram Viewer, il termine “Il font” è in un processo progressivo e inarrestabile. “La font”, al contrario, sembra destinato a scomparire. Ma come è entrato questo termine nel nostro vocabolario? Cosa intendiamo con tipi di caratteri e quali sono i font più classici? Scopriamolo insieme.

Collisione tra francese e inglese: Big Bang del dubbio il font o la font 

In ambiti e in tempi diversi, sono entrati nel nostro vocabolario due prestiti linguistici da due idiomi diversi:

  • dal francese fonte, che significa “fusione”;
  • dall’inglese font, con significato di “fonditura”.

A causa di questa “collisione” tra francese e inglese, il termine font, in Italiano, non ha un genere di traduzione precisa. In base alla locuzione che lo precede può essere maschile, ad esempio “un insieme di caratteri”, oppure femminile (“una serie di caratteri”). Esiste una correlazione tra l’ambito d’uso del termine e il suo genere. In informatica utilizziamo il termine inglese al maschile inteso come il font. In tipografia si opta per il termine francese femminile la font. Da  notare che il termine fonte è arrivato nel nostro vocabolario molto prima dell’inglese font. Secondo il GRADIT 2007 (Grande dizionario della lingua italiana) è del 1956 la prima attestazione italiana del termine francese fonte con significato tipografico. È il 1984, invece, quando il termine inglese font appare nel dizionario informatico italiano. In quell’anno esordisce anche il Macintosh della Apple.
Quindi, si dice il font o la font? Per l’Accademia della Crusca è preferibile continuare a impiegare il maschile font per la terminologia informatica e il termine femminile fonte, per assonanza la font, per i termini tipografici. Così facendo, si continuerebbe a rendere conto della diversa origine inglese e francese di “font”.

Le due grandi famiglie dei font

Il font o la font differisce in maniera sostanziale da un altro termine: typeface. Con questo si indica la famiglia di un tipo di carattere, mentre con il termine font i tipi di carattere che la compongono. Sia i typeface sia i font sono composti da glifi, ovvero tutti i possibili caratteri che compongono un tipo di font. Nonostante possano essere molto diversi in apparenza, tutti i typeface e i font sono contenuti in due grandi categorie: serif e sans serif. 

  • Serif: definiti anche i caratteri graziati perché simulano i segni che normalmente si creano scrivendo a mano. Questi sono rappresentati da delle piccole appendici poste alle estremità di ogni carattere.
  • Sans serif: sono lineari, non presentando alcuna grazia alle estremità, non hanno le appendici presenti nei caratteri serif. Il typeface Helvetica è il più conosciuto tra i sans serif.

I tipi di carattere serif sono utilizzati quando è necessario comunicare un messaggio in maniera elegante e formale, quindi sono più adatti alla stampa. Esempi di Serif sono i font classici: Times New Roman, Cambria, Garamond e Palatino. I sans serif, invece, sono diffusi per la lettura su schermo e nei messaggi pubblicitari. I font classici sans-serif sono: Arial, Calibri, Helvetica e Verdana.

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L’importanza tipografica nella comunicazione visiva 

La comunicazione visiva è una componente fondamentale dei nostri giorni. Il nostro obiettivo, quando vogliamo comunicare un messaggio deve essere la facilità e la rapidità con cui esso viene recepito: il messaggio deve essere chiaro e inequivocabile.
Nella comunicazione di un’azienda, di un prodotto o di una pubblicità, utilizzare il font giusto è essenziale. Ogni font è in grado di parlare una lingua diversa. Alcuni tipi di caratteri sono adatti per tutti i tipi di comunicazione, altri sono adatti solo per certi tipi di messaggi, altri hanno solamente una natura decorativa. Possiamo considerare la tipografia come l’elemento necessario per rendere la scrittura elegante e leggibile. 

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Il peso della leggibilità 

Il dibattito su il font o la font consente di porre l’accento su un aspetto chiave quando si vuole comunicare, scrivendo: la leggibilità. Se il nostro testo non è leggibile, anche il nostro messaggio rimarrà nell’ombra. Del resto, il modo con cui esprimiamo le nostre emozioni e i nostri pensieri è tanto importante quanto quello che diciamo. Vediamo insieme degli esempi di font classici utilizzati per veicolare un messaggio.

  • Gotham è un tipo di carattere fresco e geometrico. Il font diventa popolare per il suo utilizzo nei manifesti delle Presidenziali di Obama nel 2008: “HOPE”, “CHANGE”, “YES WE CAN”. 
  • Helvetica: professionale per la sua neutralità. Si pone al servizio del contenuto. Semplice, essenziale e con molto spazio negativo, il bianco. Font moderno e innovativo per il suo modo di concepire il design. Utilizzato da SKYPE, HARLEY DAVIDSON e LUFTHANSA
  • Gill sans: il font o la font più british di tutti. Moderno, geometrico e leggibile. Lo utilizza la BBC e la metro inglesi UNDERGROUND.

Se vogliamo mandare un messaggio di protesta, anche i tipi di carattere che scegliamo devono “protestare”. Se, invece, vogliamo emozionare, sceglieremo un tipo di carattere più elegante e delicato. Insomma, il font (o la font) è il supporto della nostra comunicazione: per questo motivo, deve coincidere con il messaggio che vogliamo diffondere.

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