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Web e social network in Italia: abitudini e rivoluzioni digitali in salsa tricolore

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Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori… dei social network. Sì, perché nel Belpaese l’avvento del digitale ha davvero portato la rivoluzione, anche nel mondo del lavoro.

Il web e i social network hanno cambiato le nostre abitudini, entrando in tutte le case dallo schermo di computer, tablet e smartphone, e dandoci un modo tutto nuovo per affrontare lo svago, gli acquisti, ma anche le relazioni e, soprattutto il mondo del lavoro. A testimoniare questo trend basta un dato, cioè che l’88% degli utenti che hanno un collegamento a internet effettuano almeno una sessione al giorno.

Gli esordi italiani nell’internet

Ma è doveroso iniziare questo nostro viaggio nella rete e nei social network con un piccolo saggio storico. Il link tra l’Italia e la rete ha infatti origini sorprendentemente lontane. Correva l’anno 1986, precisamente le ore 18:00 del 30 aprile quando. Lo scenario è quello del Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico dell’Università di Pisa, che in quel momento diviene teatro del primo collegamento in rete tricolore. Si tratta inoltre di un quasi-inedito anche a livello europeo, l’Italia in questa speciale classifica è preceduta infatti solo da Norvegia, Regno Unito e Germania.

L’internet è un lavoro serio, signora mia!

Con un balzo deciso in avanti bypassiamo Tim Berners-Lee e la rivoluzione del web 2.0, per arrivare ai giorni nostri. Il nostro paese affronta il Conte-bis e la colonizzazione di Netflix. Dei 60 milioni di abitanti totali della penisola quasi 55 milioni usano la connessione alla rete – con un tasso di penetrazione del 92% – con un tempo giornaliero medio di connessione stimata per abitante di circa 6 ore e 4 minuti, un più che sostanzioso part-time insomma…

Questa è la realtà riportata dall’annuale ricerca sui digital trend a cura di Hootsuite, uno dei principali strumenti a livello mondiale per il social media marketing.

Tempo medio pro capite speso su internet in generale, sui social, in streaming video e di musica. (Fonte: Digital Report 2019, Hootsuite)

Facebook e i suoi fratelli

Questo dato è soprattutto figlio della relazione crescente tra italiani e social network, come testimoniano i numeri in rapida ascesa. Si parte dal fratello maggiore Facebook, che ha aperto l’anno con più di 30 milioni di utenti attivi in Italia, per arrivare a Instagram, il “secondogenito” di casa Zuckerberg, che sta vedendo crescere la platea tricolore fino a quasi 20 milioni di utenti, passando per l’app di messaggistica Whatsapp – sempre di proprietà Facebook – che con i suoi 32 milioni di utenti attivi sta mandando in pensione gli SMS. In mezzo ci sono i “fratellastri”:

  • Twitter, il social dell’informazione che in Italia non ha attecchito come Oltreoceano, che conta appena 2,3 milioni di utenti attivi.
  • Snapchat, l’innovativo social che lanciò il formato stories (ora cannibalizzato dai social made in Zuckerberg) a fine 2019 registrava 2,5 milioni di download.
  • Tik Tok, il nuovo trend soprattutto tra i giovanissimi, che nel mondo sta avendo una crescita verticale e che in Italia conta in un anno e mezzo già più di 2 milioni di utenti.

Amazon supermarket

La prima grande rivoluzione sotto gli occhi di tutti non riguarda però direttamente i social, ma l’e-commerce. Vogliamo però partire da qui per capire l’impatto che il web ha avuto sulle nostre vite, un fenomeno finito anche sul piccolo schermo in una delle inchieste del programma rai “Report”. In Italia viene effettuato un acquisto online ogni 37 secondi, con una crescita che nel 2019 si è attestata al +15% rispetto al 2018. Sono stati 318 i milioni di pacchi consegnati lo scorso anno, con un impatto economico di più di 4 miliardi di euro. Ma anche con un impatto ambientale dettato dai più di 20.000 furgoni impegnati nelle consegne. Se a questo aggiungiamo anche la crescente moda del food delivery, con un mercato in crescita nel 2019 del 7% rispetto al 2018, grazie anche all’avvento del digitale (e all’apporto dei millenials) capiamo bene come le abitudini stiano pian piano cambiando.

Questo piccolo (digitale) amore

Non fa eccezione ovviamente neanche il mondo delle relazioni interpersonali, già variegato ben prima dell’arrivo di internet. L’online dating è di fatto una realtà che sta prendendo sempre più piede in Italia. Un’impressione confermata, più che da una rivoluzione sessuale delle nuove generazioni, dalla vicinanza con le dinamiche dei social di cui sopra. Il capostipite di questa svolta amorosa digitale è sicuramente Tinder, che nel 2016 ha vissuto un vero e proprio boom. Oggi l’app conta più di 5o milioni di utenti in tutto il mondo, di cui più di 5 milioni iscritti alla versione Premium. In Italia sono 705.000 gli utenti attivi al 2019, con una concentrazione in città come Milano e Torino e nelle città universitarie come Padova, Bologna e Roma. Una moda, quella dei “match” su mobile che rispecchia però molto bene quelle che sono le tendenze e i trend-topics anche al di fuori delle lenzuola.

Il lavoro ai tempi di LinkedIn

In tutto questo che c’azzecca il mondo del lavoro? Molto più di quello che si pensi. L’abitudine all’interfaccia social infatti ha fatto sbarcare anche la ricerca del lavoro sul web, con un rapporto diretto tra chi cerca un impiego e azienda a caccia di talenti che si muove attraverso lo schermo dello smartphone. LinkedIn in questo senso rappresenta un caso fantastico di canale a due direzioni: da una parte i datori di lavoro che puntano a dare credibilità al brand attraverso i social e, contemporaneamente, cercano i nuovi talenti capaci di far fare il salto di qualità alla propria azienda. Dall’altra gli stessi “talenti” che con contenuti dal carattere curioso, arguto e competente cercano di mettere in mostra le loro skill e rendersi così appetibili per le aziende. Un po’ come succede nelle dinamiche di “match” viste per le app di incontri. Solo che qui a fare la differenza non sono foto truccate e frasi ad effetto, ma è un piano editoriale e contenutistico efficace.

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