
A lungo considerate come defunte, le newsletter aziendali nell’ultimo decennio stanno conoscendo una fase espansiva, tanto che ormai si parla apertamente di un’età dell’oro di questo strumento comunicativo che permette di mantenere un contatto costante con i follower e fidelizzare i clienti. A spingere questa evoluzione è il forte sviluppo di piattaforme digitali come Mailchimp, Subtrack e LinkedIn e della diffusione sempre più ampia di una comunicazione aziendale valoriale, pensata non più solo per vendere prodotti e servizi, ma per creare delle community di persone che condividono valori e passioni. In questo articolo analizziamo il contesto attuale, con dati aggiornati, arrivando a spiegare come scrivere una newsletter e perché ha ancora senso farlo bene.
Anche se l’attenzione del pubblico si sta assottigliando per via della crescente proposta di contenuti e anche se le AI stanno rivoluzionando il mondo della comunicazione digitale, le newsletter continuano a essere un settore in forte ascesa, con delle forti possibilità di crescita anche nel 2026, come indicato da un report di Hubspot.1
Questo settore offre enorme opportunità di business. A livello globale si stima che siano 4,48 miliardi le persone che usano la mail e questo dato è in costante crescita. Per quanto riguarda l’Italia ci sono dati incoraggianti sul tasso di apertura medio delle newsletter che nel 2025 si è attestato al 44,38%, ben al di sopra della media globale che è del 38.23%. Questo dato colloca il nostro Paese all’8° posto nel mondo. Tra i diversi settori di mercato, quelli con i tassi di apertura più elevati sono:
Infine, l'e-mail marketing è anche il canale con il ROI (ritorno sull’investimento) più alto, arrivando a generare un guadagno di 36 dollari per ogni dollaro investito, una cifra che il 35% delle aziende raggiunge o supera.3 Questo risultato si spiega col fatto che per avviare una newsletter non c’è bisogno di grandi investimenti ma di buone idee e una solida strategia.
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Per ottenere delle soddisfazioni dalle proprie newsletter è necessario adottare alcuni accorgimenti:
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Per valutare l’efficacia di una newsletter esistono tre metriche principali:
Questi dati permettono non solo di intervenire su aspetti specifici delle e-mail, correggendo il tiro, ma anche di definire il funnel del nostro pubblico. In un paragrafo precedente avevamo indicato come il tasso di apertura in Italia sia sopra la media globale. Per quanto riguarda invece gli altri due indicatori, il nostro Paese è purtroppo indietro. La percentuale di click-through è del 2.87% (mentre nel mondo raggiunge il 3,52%) e il tasso di click per aperture non supera il 7%, quando il benchmark globale è pari al 9,44%.4
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Chi l’ha detto che le newsletter possano essere diffuse solo via e-mail? Negli ultimi anni, i creator e i brand stanno cercando nuovi canali per raggiungere i propri target e Linkedin rappresenta la nuova frontiera. La diffusione delle newsletter in questo social è cresciuta vertiginosamente, al punto che la piattaforma è diventata il principale riferimento per contenuti B2B e ad alta autorevolezza professionale. Ciò è dovuto in parte alla saturazione delle mail tradizionali e in parte al fatto che su LinkedIn è presente un pubblico selezionato.
Di fatto, è l’ambiente ideale per costruire delle community B2B. Infatti, secondo alcuni dati diffusi dalla piattaforma, negli ultimi tre anni i post su Linekdin sono aumentati del 41% e gli amministratori delegati hanno incrementato le loro pubblicazioni del 52% nell’ultimo biennio. A ciò si aggiunge il fatto che il 98% dei CEO delle Fortune 500 (ovvero le cinquecento più importanti aziende statunitensi) usano LinkedIn come loro unico o primario social network.5
Questi dati fanno capire quanto questa piattaforma sia importante per entrare in contatto con i decisori aziendali. Le newsletter hanno fatto la loro apparizione su LinkedIn nel 2020, anche se all’inizio questa funzione era limitata a pochi canali selezionati. Dal 2022 è diventato uno strumento accessibile a tutti gli utenti che possono visualizzare in app i dati di andamento. In soli tre anni il panorama è talmente mutato che ormai per costruire una newsletter efficace non ci si può più limitare alle tradizionali mailing list, ma bisogna iniziare a prevedere una presenza anche su LinkedIn.
NOTE
1 HubSpot's 2025 State of Newsletters Report [data from 400+ newsletter pros].
2 Trend e Statistiche dell'Email Marketing in Italia: i dati 2025.
3 The State of Email Reports | Litmus.
4 Questi dati provengono dal report di GetReponse citato in precedenza. Vedi nota 2.
5 Why B2B Marketers Should Make LinkedIn a Strategic Priority Now.